Dall’inizio del 20° secolo ad oggi
Discendente diretto del golf , il Minigolf nasce all’incirca all’inizio del XX sec. e, con il suo progenitore, aveva molto in comune, a parte ovviamente, le dimensioni di gioco. All’inizio il minigolf riproponeva semplicemente dei mini percorsi in erba, solo poi in un secondo momento si passerà all’utilizzo di materiali sintetici con l’uso di un tessuto più duro, molto simile alla moquette.
Patria e origine di questo sport sono gli Stati d’Uniti d’America, che assistono in poco tempo alla grande popolarità di queste nuove piste in miniatura, da qui infatti deriva il nome di “miniature golf”; amato e praticato anche da celebrità e attori di cinema, il minigolf comincia la sua ascesa dai giardini verso i piani alti, nel vero senso della parola, perché infatti , a New York, tra i luoghi preferiti dove costruire piste di minigolf verso la fine degli anni ’30 vi sono proprio i terrazzi dei palazzi.
A questo elemento innovativo va aggiunto anche che il minigolf era uno sport che si praticava prevalentemente di notte, anche fino alle 4 di mattino, come un vero e proprio svago: immaginate come poteva essere emozionante giocare sotto il cielo stellato di una New York degli anni ’30 in cima ad un grattacielo,e forse proprio grazie a queste emozioni che il minigolf non conobbe la crisi che colpì l’America in quegli anni.
Pur di giocare vennero abbandonati i materiali più costosi, feltro e moquette, di cui si componeva la superficie della pista e vennero sostituiti da una meno dispendiosa terra battuta o argilla, gli ostacoli venivano invece costruiti recuperando materiale di scarto come tubi, vecchi pneumatici e addirittura grondaie: divenne quindi uno sport alla portata di tutti in un periodo di grande depressione, forse fu proprio questo ad accrescerne ulteriormente il successo, un successo che nasce anche dall’illusione di rivivere nei campi del minigolf i vecchi fasti della bella vita dei Country Club.
Le nuove creazioni di piste e ostacoli nate dalla fantasie del recupero, divennero presto dei grandi classici degli schemi di gioco, una vera e proprio tipologia di percorso che presto fu addirittura depositata e registrata come nome commerciale: con il Tom Thumb Golf, così si chiama questo primo percorso, si dà il via a tutta una serie di percorsi e alla nascita ufficiale del Minigolf.
I campi sia indoor che all’aperto erano sempre curatissimi, adornati da vegetazione, fiori e fontane , cieli di carta e fondali che facevano sognare più dei gloriosi campi da golf, erano luogo di puro svago e spesso vi erano bar e addirittura per un periodo c’erano piste che si trasformavano in sale da ballo.
Viene poi standardizzato un materiale più adatto per la superficie e con esso si procede anche ad una standardizzazione delle regole di gioco, ma è uno sport in continua evoluzione e che soprattutto non vuole far smettere di sognare al suo giocatore: così negli anni ’60 si passerà alla costruzione di campi da golf a tema e ancora una volta è la fantasia a fare da padrona: percorsi abitati da animali immaginari, strane casette e buche multiple che attireranno sempre nuovi amanti di quello che ormai è un’attività di culto giunta fino ai nostri giorni.